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The Mission  

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- Cineclub - Redazione - 21/04/2009 - 23:41


Locandina film The MissionTitolo originale: The Mission
Lingua originale: inglese
Paese: Regno Unito
Anno: 1986
Durata: 126 min.
Genere: drammatico
Regia: Roland Joffé
Soggetto: Robert Bolt
Sceneggiatura: Robert Bolt
Cast: Robert De Niro, Jeremy Irons, Ray McAnally, Aidan Quinn, Liam Neeson.



Di cosa parla il film?

Parlando della controriforma e del ruolo della Chiesa e dei suoi ordini monastici nelle Americhe da poco conosciute, a scuola abbiamo guardato il film “The Mission”.
Il film narra fatti realmente accaduti in America latina nel 1750, precisamente in luoghi posti tra Argentina, Paraguay e Brasile, ( territori contesi dai colonizzatori spagnoli e portoghesi) ove erano ubicate efficienti missioni di indios controllati dall’ ordine dei Gesuiti. Tali missioni erano per gli indios un rifugio dalle razzie dei conquistatori e dei mercanti di schiavi che li sequestravano per poi venderli ai privati. Missioni efficienti ed organizzate autonomamente che costituivano un modello agricolo ideale e competitivo che i locali mal sopportavano. Gli spagnoli e i portoghesi avevano necessità di avere indios per le loro aziende e non tolleravano che i Gesuiti li facessero lavorare non in schiavitù
Dappertutto in Europa gli stati stavano esercitando la propria autorità sullo stato della Chiesa. Il Monsignore, che deve relazionare al Papa sulle condizioni delle Missioni laggiù (e prendere una decisione in merito: chiuderle o non chiuderle?) sapeva che per far continuare ad esistere l’ordine in Europa, la Chiesa doveva esercitare la propia autorità sui Gesuiti delle missioni in sud America. Insomma se i Gesuiti si fossero opposti al trasferimento dei territori delle missioni ai portoghesi, la Compagnia di Gesù sarebbe stata espulsa dal Portogallo, dalla Spagna, dalla Francia, dall’ Italia…
Bisognava allora che, per far sopravvivere l’ Ordine, le missioni venissero sacrificate!

Sintesi
Talvolta i missionari Gesuiti che portavano la parola di Dio tra gli indios vi trovavano il martirio, ma altri riuscivano a convertirli alla religione cristiana. Allora essi imparavano a cantare, a lavorare… Il film si apre con l’ immagine di un’ Eminenza intenta a scrivere al Santo Padre in merito a quanto era avvenuto alla comunità Indios dei Guaranì. Presso tale comunità, dopo la morte del primo sacerdote che aveva tentato di convertirli, un altro gesuita, padre Gabriel, era riuscito a creare una missione legando, senza saperlo, la sua vita a quella degli Indios. Un giorno arrivò, sopra le cascate ove vivono i guaranì, Mendoza, un mercante di schiavi, (nonché protagonista del film) e cattura alcuni guaranì.
Ritornato al paese consegna gli schiavi a Don Capeza, il governatore del luogo.
La mattina seguente ebbe una lite con il fratello, lo uccise. Dopo il delitto Mendoza non vuole vedere più nessuno perché è preso dal rimorso, ma il padre gesuita Gabriel gli propone una via d’ uscita: la redenzione attraverso la penitenza. Quindi Mendoza sceglie la propia penitenza: portare le sua armatura, sopra le cascate, al villaggio Indios.
Arrivato ebbe un pianto liberatorio per la felicità: Mendoza viene liberato dal suo peso da un indios che prima gli punta un coltello alla gola poi lo libera delle sue ingombranti armi facendole ruzzolare giù dal dirupo.
Mendoza viene accolto nella comunità e lavora alla costruzione della missione. Dopo un po’ di tempo Mendoza diventa Gesuita. La regola principale a cui era tenuto era l’ ubbidienza.
In quei luoghi dall’ Europa arriva un inviato del Papa ( lo stesso che scrive all’ inizio del film) che ha un incarico molto pesante da compiere: decidere in merito ai territori delle Missione che essendo un vero paradiso sulla terra arrecavano offesa: al Papa perché distoglieva dal vero paradiso, alle altezza di Spagna e Portogallo perché il paradiso dei poveri non piace a chi governa. Inoltre, e soprattutto, la perfezione delle Missioni dei Gesuiti dava fastidio ai due governi e pertanto comprometteva l’esistenza stessa dell’Ordine. Agli occhi dei governatori i Gesuiti finivano per disprezzare l’ autorità dello Stato. Un giorno l’ eminenza ebbe un incontro iniziale con i Gesuiti e i conquistatori locali. Don Capeza disse che gli Indios erano lussuriosi, animali che si devono piegare al lavoro con la frusta. Padre Gabriel invece sostiene che sono di natura spirituale. Essi se uccidono i figli lo fanno per sopravvivenza, ovvero così possono scappare con un bambino a testa quando i mercanti di schiavi aggredivano i loro villaggi.
Prima di decidere sulle missioni eminenza decide di fare una visita alla missione più grande della zona : S. Miguel, e nota che le piantagioni appartengono a tutti, gli indios lavorano liberamente e ciò che viene prodotto e guadagnato viene spartito in parti uguali. Durante la visita, Eminenza dice questa frase molto bella: “ Spesso un chirurgo per salvare una vita deve amputare un braccio. Ma non sapevo la grazia e la bellezza dell’arto che ero venuto ad amputare”. La sua decisione è già presa: Eminenza per, problemi politici decide di distruggere le Missioni e da la scelta agli indios se scappare o no . Loro decidono di combattere. Allora i Portoghesi incominciano a distruggere la missione di S. Miguel e poi le altre. Vanno alla missione di padre Gabriel, e qui trovano la resistenza dei Guaranì che guidati da Mendoza avevano preparato un imboscata… Ma le armi Portoghesi sono più potenti… Sarà una strage dalla quale si salvano solo sette bambini Guaranì.

Riflessioni
Questo film fa pensare e riflettere sugli uomini i quali sono mossi non sempre da nobili cause. Quella degli indios era una strage che si poteva evitare, se i potenti di allora avessero agito non per interessi economici.
Purtroppo questa è una realtà che tuttora, in altre forme, e con altre modalità, tocca i paesi più poveri.

Alex Zinna e Tommaso Moraca






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