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LIBRI - John Boyne: "Il bambino con il pigiama a righe"  

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- Libri e... - Redazione - 19/01/2010 - 19:32


Copertina: Il bambino con il pigiama a righeAutore: John Boyne
Titolo: Il bambino con il pigiama a righe
Anno edizione: 2006
Narrazione: Terza persona - narratore esterno
Notizie dell’autore: John Boyne è uno scrittore irlandese, ha scritto sette romanzi ed un certo numero di racconti che sono stati pubblicati in varie antologie e trasmesse alla radio o in televisione. Il suo romanzo "Il bambino con il pigiama a righe" è stato al primo posto nella New York Times Best Seller List ed ha venduto più di 5 milioni di copie in tutto il mondo, e da esso è stato tratto un omonimo film nel 2008.

- Notizie del Libro:
Questo libro è stato scritto nel 2006 e affronta il problema dell’olocausto, quando gli ebrei considerati “diversi” venivano messi come delle bestie nei campi di concentramento a lavorare e poi, quando non servivano più venivano ammazzati.
I fatti si svolgono in circa un anno o poco più e il libro è ambientato negli anni ’40.
- Personaggio principale:
Il personaggio principale di questo romanzo è un bambino di nove anni di nome Bruno, figlio del comandante dell’esercito di Auschwitz. Bruno è molto curioso e riesce a fare una domanda su tutto ciò che vede. A volte, quando ha paura, fa delle cose di cui si pente subito dopo, come non ammettere di conoscere il suo amico ebreo. Bruno è innocente e come tutti i bambini ha la testa libera dai pregiudizi. La sua voglia di conoscere la verità sul mondo che lo circonda lo condurrà a una brutta fine. È molto creativo, nella sua casa di Berlino faceva continue esplorazioni con i suoi amici per la pelle ed è per questo che da grande avrebbe voluto diventare un esploratore di successo. Di questo personaggio mi ha colpito però in modo particolare la grande generosità: Bruno affronta un grande pericolo per aiutare il suo amico ebreo.
- Personaggio secondario:
Il personaggio secondario è Shmuel, il bambino ebreo che Bruno ha incontrato per caso durante una sua esplorazione. È molto magro e ha la testa rasata a zero, porta sempre un “pigiama” a righe. È sempre molto triste, vive insieme a molte altre persone vestite come lui nel campo di concentramento dove perde i suoi nonni e il papà. Da quando conosce Bruno ricomincia ogni tanto a sorridere; i due bambini diventano amici e si incontrano tutti i giorni per parlare attraverso la rete. Alla fine moriranno insieme in una camera a gas.
- Luoghi dove avvengono i fatti:
I fatti si svolgono nella prima parte del romanzo a Berlino e nella seconda parte ad Auschwitz.
- Periodo storico in cui si cala il racconto:
Il racconto è ambientato durante l’olocausto, negli anni ’40.
- Considerazioni personali:
Secondo me questo romanzo è molto interessante perché fa riflettere sull’ingiustizia e sui pregiudizi che il governo di Hitler aveva nei confronti degli ebrei. Durante l’Olocausto migliaia di vite umane innocenti tra cui donne e bambini venivano uccise solo per la razza, costretti a lavorare peggio delle bestie e poi, quando non erano più in grado di svolgere un lavoro efficiente venivano eliminati per essere sostituiti con altri che finivano per fare la stessa fine.
Sintesi del libro:
Un giorno, di ritorno da scuola, Bruno sorprende Maria, la cameriera, che sistema i suoi vestiti accuratamente dentro la valigia. Presto viene a sapere da suo Padre che lui e la sua famiglia si devono trasferire da Berlino per andare ad Auschwitz , dove l’uomo ha ottenuto un nuovo lavoro come comandante dell’esercito. Il bambino e sua sorella Gretel non sono contenti perché a Berlino avevano tutti i loro amici con cui giocare e non sono sicuri che nel posto ove andranno potranno farsene dei nuovi. Inoltre a Berlino c’erano anche i loro nonni a cui erano molto affezionati e con la nonna facevano spesso delle recite travestiti. Ma il lavoro del loro papà è proprio molto importante e non può non accettare, il Furio ha grandi progetti per lui. Così sono costretti a trasferirsi nella nuova casa ad Auschwitz che non è bella come quella a Berlino. Bruno osserva dalla finestra della sua camera il campo con tutti gli uomini vestiti in pigiama ed è molto incuriosito, ma sa che non può avvicinarsi. Un giorno mentre prendeva una ruota aiutato da Pavel, un ebreo che lo aveva curato quando era caduto, vede una finestra che gli permette di andare vicino al reticolato e così, quando nessuno lo guarda si addentra nel bosco per raggiungere il campo e fare un’esplorazione. Vede un bambino ebreo vestito con un pigiama a righe ed è contento di poter avere un nuovo amico da sostituire a quelli di Berlino. Loro due fanno amicizia, ma si possono vedere tutti i giorni solo di nascosto e separati dalla rete, quindi non possono giocare. Intanto,Gretel, la sorella di Bruno, abbandona le sue bambole in camera per lasciar posto a poster di Hitler che le sono stati dati dal padre. I due bambini riprendono la scuola però con lezioni private del maestro Herr Liszt che insegna loro ad odiare gli ebrei. Ogni giorno Bruno porta al nuovo compagno di avventura qualcosa da mangiare perché è sempre molto affamato,e cerca qualche gioco da farsi anche se sono divisi dalla rete. Il tempo passa e la mamma di Bruno non è felice ad Auschwitz e pensa anche che non sia un luogo adatto dove crescere i suoi figli in modo adeguato così una sera discute animatamente con il marito per cercare di convincerlo a far trasferire almeno lei e i due bambini di nuovo a Berlino. Il giorno dopo il padre comunica la decisione di far cambiare per loro di nuovo casa, Gretel è molto felice così potrà rivedere di nuovo le sue amiche, ma Bruno no, ormai aveva il nuovo amico Shmuel, anche se non poteva dirlo a nessuno. Il pomeriggio Bruno ha il compito difficile di dire al bambino che quel giorno sarebbe stato per loro l’ultimo incontro prima della sua partenza. Quando glielo dice Shmuel è molto triste, non solo per l’addio di Bruno, ma anche per la scomparsa del papà che non aveva più visto. Bruno decide che il giorno dopo avrebbe potuto aiutarlo a trovare il genitore scavando sotto la rete ed entrando nel campo travestendosi da ebreo, con il pigiama a righe che gli avrebbe procurato Shmuel. L’indomani,infatti, il bambino, nonostante la pioggia incessante porta una pala e, dopo aver scavato passa di sotto, si mette il pigiama , si toglie le scarpe e inizia a cercare con Shmuel il suo papà. Dopo un po’di tempo vengono costretti a marciare insieme ad altre persone verso una stanza senza spifferi, Shmuel ha paura, ma Bruno lo tranquillizza pensando che certamente andavano lì per ripararsi dalla pioggia. Da quel momento di Bruno non si seppe più niente, senza saperlo era stato ucciso in una camera a gas.


Laura Brunero - 3B






John Boyne   Il bambino con il pigiama a righe   


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