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SCRITTURA CREATIVA - Racconti a quattro zampe...  

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- Racconti - Redazione - 15/04/2010 - 17:38


I ricordi sono la fonte dell'autobiografia e scandiscono cronologicamente gli anni trascorsi. Frugando dentro la loro memoria, i nostri ragazzi hanno prodotto alcune "autobiografie d'invenzione" dove, questa volta, i protagonisti del racconto non sono persone ma animali domestici.
Cani e gatti rievocano, dal loro punto di vista, episodi e avventure vissuti con i loro "padroncini" e esprimono la loro opinione sulla "razza umana".


La mia vita in poche righe
gatto
Sono nato da un incrocio tra una gatta persiana e uno siamese, in un vicolo della capitale italiana, Roma. Era un vicolo buio ma, allo stesso tempo, era il luogo ideale per crescere dei figli perchè non vi erano cani o umani che potessero infastidire una piccola famiglia di gatti come la mia. I miei genitori morirono prima che mi potessero spiegare come crescere sano e forte; comunque per me non è stato un problema crescere da solo senza genitori che badassero ai miei bisogni e ai miei mali. Un giorno, mentre passeggiavo a fianco del Colosseo, una zampa si incastrò in un tombino semichiuso: iniziai a dimenarmi, miagolai senza sosta, ma tutto era inutile; un bambino però aveva udito le mie lamentele e così mi aiutò ad uscire dal tombino; io dopo tutto quel dimenarmi ero sfinito e così mi addormentai tra le sue braccia. Mi risvegliai in una gabbia stretta, stretta dove riuscivo a malapena a stare ritto su tutte quattro le zampe. Ero finito in un negozio di animali, il più famoso della città dove si vendono animali anche a 5000 euro. Il proprietario del negozio è simpaticissimo: un vecchio con la barba bianca e i baffi a ricciolo; portava sempre un cappello arancione e una veste verde che gli arrivava fino ai ginocchi con dei pantaloni marroni. Non mi ci volle molto per essere comprato perchè ero molto carino. Chi mi comprò?....una bambina dai capelli rossi e gli occhi azzurri, con lentiggini sulle gote color latte; i suoi genitori erano alti e vestiti bene lei con i capelli rossi e lui con i capelli castani e la pelle chiara. Mi portarono a casa su una limousine nera; casa è un termine troppo banale, la loro è una villa con i muri esterni bianchi e quelli interni che variano dal bianco, per le camere da letto, al lilla, per il bagno. Io dormivo in una cuccia grande cinque volte la cassette dove ero abituato a stare in strada. La mia vita era perfetta: avevo tutto quello che avevo sempre sognato di avere; l'unico problema era che dovevo dividere tutti i miei averi con una cagna di nome Lilli. Essa era sgarbata, irritante e antipatica ma sopratutto voleva tutto per sé. Non voleva capire che esistevo anch'io e che anch' io avevo i miei diritti.
Più crescevo più diventavo agile, più diventavo agile, più Lilli mi stava alla larga; all'età di un anno conoscevo benissimo quella casa e i suoi abitanti: c'era il maggiordomo Anselmo, il cuoco Mario, la mia padroncina Giulia, e i suoi genitori Marco e Chiara. A due anni non avevo paura di nulla (tranne che degli attacchi isterici di Lilli). Un giorno, mentre rincorrevo una pallina, con un'unghia graffiai inavvertitamente la cuccia di Lilli; lei, che aveva visto tutto, mi piombò addosso con la bocca spalancata e tentò di “azzannarmi”, mi aggrappai alle tende, ruppi un vaso ed infine mi nascosi sotto un mobile; lei ringhiava, abbaiava, stava per prendermi quando.... Giulia mi prese in braccio e mi coccolò per circa un'ora; ero davvero spaventato perchè gli attacchi isterici di Lilli diventano sempre più frequenti.
Un giorno una gazza sottrasse a Chiara il suo anello preferito: saltai immediatamente sull'albero ed arrivai fino al suo nido, ripresi l'anello e rientrai dalla finestra; raggiunsi Chiara e glielo ridiedi; mi sentivo un eroe !!! Ero al settimo cielo!!!! Da quel momento capii che nulla era impossibile per me.
Ora che ho dieci anni tutti dicono che sono il gatto più saggio di Roma.

Siria Moroso


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