La prof. mi ha chiesto di vedere con gli occhi di una madre, di una serva, di un ragazzo o ragazza, a scelta, e provare a raccontare la vita, la quotidianitàin un castello.
Io mi sono immedesimata nei panni di una giovane e ho immaginato una mia giornata …
“Scene di vita al castelloâ€ÂIl sole non è ancora sorto del tutto e al castello c’è giàun gran fermento. Seduta accanto al caminetto, nel mastio, penso agli avvenimenti che animeranno la nostra vita nei prossimi giorni.
Domani mio padre, il feudatario, saràdi ritorno da una Dieta a cui ha partecipato insieme ad altri feudatari. Sono curiosa di sapere l’opinione del re in base alle questioni che gli avràesposto mio padre. Il pensiero che mi preoccupa di più, però, è la partenza di mio fratello, che ha da poco compiuto dodici anni.
Egli è destinato a diventare cavaliere e a fregiarsi del titolo di “nobileâ€Â. La strada per conquistare questo titolo è molto lunga e per questo deve iniziare subito. Tra due settimane andràa servire un amico di mio padre: saràprima il suo paggio e poi diventeràscudiero, cioè porteràil suo scudo. Quando compiràsedici anni, o forse diciotto, saràordinato cavaliere tramite la cerimonia della vestizione, in cui gli saràconsegnata la spada. Una volta diventato cavaliere, faràparte della masnada di mio padre, cioè della sua squadra addestrata per la guerra.
Mio fratello dovràdistinguersi, per la sua carica, da ogni altro membro della società: dovràessere generoso, leale, coraggioso e, in quanto cristiano, saràconsiderato il difensore della Chiesa e delle donne. Non so se mio fratello riesce giàa comprendere l’importanza del ruolo che sta per intraprendere; è ancora un ragazzino ed è affascinato dai cavalli e dall’armatura. Dice che il suo sogno è di partecipare a un grande torneo e di esserne il vincitore. Mia madre piange quando lo sente parlare così e dice che non è ancora pronta a staccarsi da lui.
In questi giorni però deve essere forte perché ha ordinato una corvèe per la sartoria: le serve devono preparare il guardaroba per mio fratello e sistemare con cura i suoi vestiti in una cassapanca. La serva più abile ha il compito di ricamare su una bandiera lo stemma della nostra famiglia: saràil dono che mio fratello porteràal suo feudatario.
Anch’io aiuterò mia madre a organizzare il lavoro della servitù, a me piace rendermi utile: il lavoro è un modo per non pensare al destino che mi aspetta. Tra un anno, infatti, siccome sono la figlia maggiore, entrerò in convento e condurrò una vita molto diversa da quella attuale.
La mia sorellina più piccola invece diventeràla sposa di un feudatario molto importante e il suo matrimonio rafforzeràla posizione della nostra famiglia.
Laura Brunero 1bAltri articoli della serie: