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QUATTRO PASSI NELLA STORIA [5]: Nuovi mestieri in città nell'XI secolo  

Viaggio "virtuale" nelle epoche passate
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- Racconti - Redazione - 04/11/2008 - 16:02


Siamo nell’anno 1130 Guidobaldo è un giovane falegname di talento molto apprezzato anche all’estero.
Egli ama spesso raccontare di quando, a soli 10 anni, il padre lo condusse a Milano per imparare un mestiere.
Sentiamo il suo racconto...


falegname dell'XI secoloQuando arrivai a Milano non credevo ai miei occhi. Mai, in tutta la mia vita, avevo visto nulla di simile … Tutto era diverso dalla campagna …
Lì c’era tanta gente che chiacchierava ai bordi delle strade, i mercanti, nelle piazze, esponevano su bancarelle le mercanzie che vendevano in cambio di qualche moneta d’oro o d’argento; alcuni saltimbanchi intrattenevano i bambini con le loro magie e i loro semplici spettacoli.
La città era fortificata e per entrare avevamo dovuto pagare una retta.
Mio padre mi spiegò che quella strana e imponente costruzione che si trovava al centro della piazza era una cattedrale e accanto c’ era il palazzo vescovile che era sede del Vescovo.
Una città che ne era priva era considerata “borgo” e noi in quel momento eravamo in una vera città.
In quel luogo affollato mi sentivo perso e disorientato ed ero triste poiché, per molto tempo, non avrei rivisto mio padre.
Dopo un po’ trovammo finalmente la falegnameria del mio maestro. Entrai intimidito nella bottega, quasi nascondendomi dietro le vesti di mio padre. Uscì da una stanza il falegname con un grembiule nero e mi sorrise. Io mi sentii sollevato perché capii che era una persona gentile di cui mi potevo fidare.
Il maestro parlò a lungo con mio padre e stabilì la retta che doveva pagare per vitto e alloggio per quattro anni, fino a quando io sarei diventato un buon falegname, ovvero non avessi imparato l’ arte del mestiere, pronto per andare a lavorare da qualche parte o per aprire una mia bottega.
Quando arrivò il momento di salutare mio padre mi scese una lacrima sulla guancia, ma mi feci coraggio facendogli un sorriso e abbracciandolo forte.
Rimasto lì, solo, il maestro mi prese per mano e mi accompagnò nel soppalco, dove altri ragazzini mi aspettavano pronti per conoscermi.
Il mattino dopo iniziarono le lezioni, fui considerato “discepolo” dal maestro e lo sarei rimasto fino a quando non avessi terminato il mio apprendistato.
Alla fine dei quattro anni, al termine del mio percorso di bottega, ci fu una grande festa.
Fui chiamato in Francia per la costruzione di un intero quartiere.
Grazie a mio padre, io sono diventato falegname, maestro a mia volta di giovani apprendisti, e avrò, mi auguro, uno splendido futuro.

LUCA FORZANI e MOUQSID KHALID







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