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27 gennaio: Giornata della Memoria - Un film per riflettere  

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- L'opinione - Redazione - 02/02/2008 - 13:05


La vita è bellaPer ricordare l’Olocausto abbiamo visto e commentato un film commovente: LA VITA E’ BELLA.
In questo film, in modo poetico, viene presentata la tragedia di un popolo, quello ebraico, e di un uomo, Guido Orefice, con la sua famiglia.
Ripercorriamo sinteticamente la storia del film.
I protagonisti sono Guido e suo figlio Josuè. Guido è un giovane ebreo che possiede una libreria in centro che manda avanti in collaborazione del figlio. Un giorno arrivano due signori della prefettura e lo invitano a seguirlo, per registrare il suo nome e quello del figlio.
Qualche giorno dopo Guido insieme al figlio e al nonno vengono portati via dai nazisti e fatti salire su un camion. Josuè vuole sapere dal padre dove stanno andando, Guido cerca di trovare un modo per uscire dalla situazione in cui sono capitati. L’uomo, in un primo momento, non sa cosa rispondere , poi si inventa che in quel luogo dove sono diretti c’era già stato da piccolo e si era divertito molto. Mentre lui ride per non far impensierire il figlio, gli altri sul camion sono di tutt’altro umore: sono tesi e preoccupati, non sapendo ancora cosa della loro triste sorte.
Il primo impatto tragico sarà il treno.
Tutti gli ebrei sono costretti a salire sui convogli (delle carrozze senza finestrino in cui si stava per ore e ore in piedi).
Il treno arriva nel lager a notte fonda.
Già alla mattina vengono smistati in grandi gruppi: donne da una parte, bambini e anziani dall’altra (questi ultimi vengono inviati a loro insaputa nelle camere a gas, collegate direttamente agli inceneritori).
Guido guarda fuori dal finestrino e vede sua moglie che viene condotta verso il campo femminile.
Guido e Josuè sono costretti a seguire gli altri nel campo maschile.
Lo zio, essendo molto anziano, viene portato verso le camere a gas (con la scusa della doccia).
Arrivati al campo di concentramento l’addetto al lager obbliga gli ebrei a sistemarsi in una stanza, una camerata dove sono collocate delle brandine, una sopra l’altra, dove i prigionieri dormivano ammassati 2/4/5 insieme.
Il padre per non spaventare il bambino fa sembrare tutto un gioco.
Lo convince che occorre rimanere lì e accumulare 1000 punti.
Il premio sarà un carro-armato vero.

In modo poetico e commovente il padre riuscirà a far superare l’internamento usando la strategia del gioco, anche nei momenti più drammatici. E sarà grazie a lui che il figlio uscirà vivo dalla situazione e potrà ricongiungersi alla madre.


Khalid Mouqsid, Alex Zinna, Tommaso Moraca












giornata della memoria   


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