Sul muro che c’è dietro la croce, realizzato con due materiali diversi, il marmo bianco di Candoglia, usato per costruire il duomo di Milano e delle pietre grigie povere usate per costruire i tetti delle case in montagna, ci sono i nomi di 1240 partigiani morti durante le lotte di liberazione. Dietro la croce nelle tre file centrali ci sono i nomi di 42 partigiani di Fondotoce, fucilati dai nazisti il 20 giugno 1944. Davanti alla croce ci sono le ceneri dei morti nel campo di concentramento di Mauthausen. | Questo ulivo proviene dalle colline di Gerusalemme ed è stato piantato nel campo come simbolo di pace nel 2000, quando ambasciatori palestinesi e israeliani si sono recati a Fondotoce. | Su questo marmo sono incisi i nomi di alcuni ebrei che sono stati uccisi dai nazisti mentre cercavano di scappare in Svizzera, che era uno stato neutrale. Si ricorda in particolare la morte della famiglia Ovazza. |
Questo è il parco dove sono stati fucilati 43 partigiani, tra i quali era presente anche una donna, che i nazisti hanno voluto esaltare. Li hanno fatti sfilare da Intra fino a qui, a Fondotoce. Ne uccidevano tre per volta. Per pura fortuna uno di loro, Carlo Suzzi, è sopravvissuto buttandosi nel canale che si trova dietro a questo prato. Quando è avvenuta l’ uccisione di queste 42 persone, nel parco c’erano proprio 42 alberi. | Queste cinque lastre riportano i morti chiamati IMI, ossia internati militari italiani, cioè quelle persone che dopo l’armistizio dell’ 8 settembre, firmato dall’ Italia con gli Americani, sono state portate nei lager nazisti. Lo scopo di queste cinque lastre è di rappresentare la bandiera italiana, infatti nell’ordine sono: marmo rosa, marmo bianco, granito verde, marmo bianco, marmo rosa. In quello al centro si può vedere la scritta: NON PIU’ RETICOLATI NEL MONDO. |
Questo monumento è olandese, e rappresenta l’amicizia che si era formata tra i partigiani e i georgiani. Davanti a esso c’è una scritta in cirillico e significa: ai nostri caduti fratelli italiani. | Queste due foto rappresentano una donna dopo e prima della resistenza. La donna dopo questo periodo viene considerata di più, una persona più importante con gli stessi diritti dell’ uomo. Tanto che si arriva al referendum del 2 giugno 1946, quando anche le donne per la prima volta sono ammesse al voto. | Questa mano è il simbolo di un’impronta in un libro di storia, perché si vuole lasciare il segno di quello che è accaduto in modo che non succeda mai più. |